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mercoledì 4 luglio 2012

Via con le recensioni: Spyro the Dragon

Seppur combattuto a causa del disordine che si creerà con i post e gli archivi (ma ahimé, non ho trovato nessun metodo semplice ed esteticamente allettante per crearne alcuni a parte, ordinandoli il più possibile), ho intenzione di prodigarmi in commenti personali allo scopo di recensire, giorno per giorno, alcuni prodotti del tempo libero la cui fruizione più o meno approfondita mi ha permesso di formulare un personale giudizio su di essi.
Inizierei da un'ampia categoria, che ha davvero un sacco da offrire: videogiochi.

In particolare, dedicherei i primi post ad una delle mie saghe preferite, cominciando dal primo gioco uscito.



All'uscita aveva ottenuto un 87% da PSM.
Una valutazione tutto sommato giusta, essendo un gioco che dal punto di vista tecnico non poteva ambire all'eccellenza; tuttavia, con il senno di poi, essendo stato il capostipite di una saga che ha conquistato i cuori di una miriade di videogiocatori, forse il voto avrebbe potuto essere arrotondato per eccesso.
Una trama semplice, di certo non il punto forte del gioco, il cui scopo è liberare 80 draghi intrappolati nel cristallo dal cattivone di turno in quanto oltraggiato nell'essere stato sottovalutato dalle creature alate. Lo rimarcherò più volte nel susseguirsi delle recensioni, ma preciso che, a livello personale, una buona trama non è solo quella degna di un romanzo: ci sono tanti aspetti nel corso del gioco che non riguardano direttamente la narrazione di fondo ma che emergono durante lo sciorinarsi dei piccoli eventi sul percorso di gioco (coerenza, mancanza di autoconclusioni, funzionale evoluzione dei personaggi e decine e decine di altri dettagli).
L'esperienza di gioco è davvero di quanto più varia si poteva trovare all'epoca dell'uscita del gioco: una difficoltà molto ben calibrata, adatta sia a giocatori meno esperti e meno volenterosi di collezionare tutto ciò che il gioco può offrire, sia a chi, invece, si arma di entusiasmo e tenta di scoprire i diversi segreti fra i livelli. Ebbene sì, perché se da una parte troviamo un gameplay che, nella sua semplicità, offre un'avventura tutt'altro che scontata e banale, dall'altra permette di godersi un'esplorazione che apparentemente non è così approfondita (si parla sempre e comunque in senso relativo, cioè riferendosi al contesto dell'epoca dell'uscita). Alcuni livelli, infatti, nascondono la possibilità di raggiungere alture che non hanno solo la funzione di rappresentare il paesaggio, ma spesso vi si trovano preziose gemme ambite dagli amanti del perfect game, ed il bello è che a volte occorre aguzzare l'occhio e/o tentarle tutte per trovare la maniera di raggiungere tali ostiche locazioni. Si veda, per esempio, il drago accanto all'uscita del livello Dry Canyon, o la superba ed inaspettata combinazione di più "super cariche" che occorrono per raggiungere i due ladri nel livello Tree Tops.
Le ambientazioni sono varie e piacevolmente fruibili, colorate e perché no, divertenti. Si spazia dai deserti ai ghiacciai, dalla pianura ai picchi montani con precipizi, da insidiose paludi ad altrettanto insidiosi livelli di volo; già, perché ciò che di più complicato può offrire il gioco, a parte terminarlo al 100%, sono i livelli di volo: relativamente semplici se si cerca solo di ottenere abbastanza gemme, decisamente ostici se si vuole ottenerle tutte, distruggendo in una singola partita tutti e 32 gli oggetti del livello avendo a disposizione un limite di tempo spesso esiguo.
I Boss di fine mondo non richiedono un impegno particolarmente elevato, ma sono talmente buffi e divertenti da combattere che la difficoltà passa in secondo piano.
Le musiche sono qualitativamente nello standard dell'epoca, nel merito sono piacevoli sottofondi, tra cui si trova ogni tanto qualche chicca, come la traccia del livello "Volo Sfrenato" (Wild Flight). Insomma, un gioco semplice ed intuitivo, sobrio e piacevolmente allegro, senza limiti di età ed adattabile a diversi stili di gioco.
A livello personale, il gioco rientra sicuramente nella top 10 delle mie preferenze, benché stilare una classifica fra prodotti eterogenei sia sempre estremamente complicato; uno dei giochi che hanno segnato la mia infanzia, che ho ricominciato e terminato un'infinità di volte; attualmente riesco ad impiegare circa 5 ore e mezza per terminarlo al 100%, iniziando un new game. Divertente, brillante.
Formalmente:


Trama: 6,5
Gameplay: 7
Difficoltà: 7,5
Musiche: 7
Esplorazione: 9
Personaggi: -
Ambientazioni: 8
Divertimento nel raggiungere il 100% (di qui in poi segnato semplicemente come 100%): 9
Voto personale: 9
Must: sì

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