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sabato 7 luglio 2012

La saga di The Legend of Spyro

Sebbene, per coerenza, dovrei parlare prima di "Enter the Dragonfly" e "A Hero's Tail", i due capitoli per PS2, preferirei tralasciarli essenzialmente per due motivi: EtD non raggiungerebbe la sufficienza, e poi ho talmente tanti prodotti da commentare che vale la pena di soffermarmi solo su quelli di cui ritengo appropriato parlare - per un motivo o per l'altro -. Giusto per la cronaca, AHT è molto carino, non è un must ma per gli amanti del draghetto è sicuramente uno degli ultimi capitoli con la creatura viola che valga la pena di acquistare.
Invece, vorrei provare a strafare e recensire una trilogia in modo uniforme, nonostante la diversità fra i capitoli.
Sierra ha letteralmente stravolto i canoni classici creati e portati avanti dall'Insomniac e tutto sommato ripresi anche dai due capitoli di cui sopra. I cambiamenti più evidenti sono i disegni, la trama, il gameplay e le musiche. Con ordine.
La Trama acquisisce qui un ruolo fondamentale: se prima era solo un'abbozzata narrazione di fondo per giustificare i progressi di gioco, ora la storia diventa profonda ed influente. Tanto per chiarire che questa saga voleva essere qualcosa di nettamente diverso dalla concezione di Spyro a cui fino a quel momento erano legati i giocatori, la Sierra pensa bene di creare una nuova storia, facendo nascere il draghetto da un uovo; insomma, è una storia a parte, che nulla ha che vedere con i capitoli precedenti, Spyro nasce in "A new beginning" e persegue il suo destino attraverso questa trilogia. Egli è un drago speciale, in quanto nato di colore viola e sotto la stella di una profezia: si dice, infatti, che un nascituro viola, nato in un preciso contesto annuale, porterà cambiamenti notevoli per il mondo. Anni prima nacque Malefor, un drago viola che venne allevato e cresciuto dai draghi più saggi e potenti del regno, con lo scopo di far incrementare la sua forza e la sua magia e far prosperare il regno. Ma Malefor, accecato dal potere, sfruttò gli insegnamenti per diventare abbastanza potente da sconfiggere gli altri draghi e regnare incontrastato. Si sapeva che i draghi viola avevano per natura una forza al di là di ogni immaginazione e nessuno osò mai ribellarsi, quindi chi non fu catturato provò a rifugiarsi. Quando tutto sembrava perduto ecco che entrano in scena due uova, giunte in un momento troppo appropriato per non essere potenzialmente pericolose per Malefor, che decide di mandare i suoi scagnozzi a rubarle. Fallendo in questo intento, un uovo riesce a sfuggire alle grinfie del male e trovare un luogo sicuro in cui riposare e schiudersi, rivelando così un altro draghetto viola: Spyro. Sarà ora compito suo rafforzarsi, rivelare i suoi poteri nascosti di "drago viola" e provare a riportare la pace sconfiggendo Malefor.
Anche il gameplay viene completamente stravolto: la classica "carica" del tasto QUADRATO scompare, si sposta su R1 e non assume più un ruolo offensivo, bensì un modo parecchio meno controllabile per andare più veloce; ha inoltre effetto momentaneo. Il tasto rosa serve invece per le fiamme, ora potenziabili, temporanee (consumano una barra energetica) e sostituibili con altri soffi elementali (già introdotti da EtD, per la verità). CROCE rimane il tasto standard per saltare/planare, mentre CERCHIO diventa la vera rivoluzione del gameplay: la possibilità di sferrare calci, graffi, testate e quant'altro, insomma l'attacco si basa su combo sferrabili con detto tasto. Nel terzo capitolo, "L'alba del Drago", i tasti cambiano ancora una volta, diventando ancora più complicati forse, ma è inutile dilungarsi su questo punto.
L'esperienza di gioco conseguentemente cambia: se prima si trascorreva la maggior parte del tempo a saltellare, raccogliere tesori e arrostire un nemico tonto qua e là, ora la difficoltà aumenta notevolmente, tanto che i punti di reload da un game over sono solitamente molto ravvicinati fra loro (in "Eternal Night", il secondo capitolo, anche troppo). Ora i tesori sono rarissimi e servono più che altro ad incrementare la salute o la barra magica per i soffi (infatti non si dovrebbe più parlare di tesori ma di cristalli), ed i nemici sono non solo frequenti, ma anche numerossissimi, agguerriti e non danno mai attimi di respiro. In "Eternal Night" addirittura sembra che non si faccia altro, la giocata in alcuni punti sfiora la monotonia, mancando l'esplorazione e dovendo combattere contro orde continue ogni pochi metri percorsi.
Ho parlato di salute; ebbene sì, perché nonostante la presenza di Sparx (ora più grande, muscoloso, sesquipedale e 'stupido'), l'energia di Spyro dipende da una barra rossa; la libellula avrà solo la funzione di fare luce nei luoghi bui e di creare un dialogo con Spyro durante gli intermezzi, sia per spezzare un'atmosfera spesso cupa e monotematica, sia, ogni tanto, per aiutare con i tutorial di nuove azioni.
L'esplorazione è tendenzialmente eclettica: in ANB è pressoché inesistente, caratterizzato da ambientazioni sì ben strutturate, lunghe e varie, ma a senso unico; si procede incessanti fra i nemici, si potenziano i soffi, si sbloccano alcune aree successive, fine. Sì, perché nella trilogia non si trovano più i vecchi mondi a cui si collegano dei portali che trasportano ai singoli livelli, bensì occorre seguire una tratta definita, spesso a senso unico, finchè il livello (o lo stage) non cambia. Ed ecco perché ho detto "lunghe" e non "ampie".
In EN l'esplorazione è quasi la stessa: molto bassa; aumenta, forse, di mezzo punto perché qua e là ci sono dei punti segreti in cui raccogliere oggetti secondari necessari a sbloccare qualche extra; quindi nel primo non si può neanche parlare di raggiungimento del 100%, in quanto è sufficiente terminarlo, nel secondo qualcosa in più da fare c'è; poco, ma c'è.
Anche in AdD non c'è niente di particolarmente impegnativo da fare per raggiungere il 100% (degno di nota sono solo i nemici élite segreti, alcuni davvero complessi) e nel proseguire dei livelli non si può tornare indietro, però le ambientazioni sono grandissime e tutte da gustare in termini di esplorazione; si raggiungono, in tal senso, qualità eccellenti, che molto probabilmente si meritano il primo posto di sempre nei giochi del draghetto viola. Come non citare la Valle degli Avalar ed il livello del Distruttore? La grafica poi è eccelsa, sicuramente perché è stata pensata anche per le console casalinghe di nuova generazione (360 e PS3), ma persino la grafica della versione PS2 è magistrale.
I personaggi sono eclettici e piacevoli, personalmente non vado matto per il design di Spyro e Sparx, però nel complesso hanno reso abbastanza bene la tribù di draghi che è al centro della vicenda. Non il punto forte della saga, magari, ma neanche il tallone d'Achille.
Invece, il punto forte che accomuna quasi indistintamente tutti e tre i membri della trilogia, sono le musiche. Meravigliose, avvolgenti, adatte all'atmosfera. La Sierra qui abbandona completamente lo stile allegro di background perpetrato fino a quel momento dai predecessori e fa comporre delle musiche stile "Epic" / "Epic Choir" su misura per un gioco il cui messaggio non è lo stesso dei giochi precedenti, com'è emerso dalla trama. Luoghi solitamente cupi, misteriosi, pieni di nemici che minacciano seriamente il game over ad ogni ordata, necessitano di una OST adeguata e la Sierra coglie decisamente nel segno. Forse giusto nel terzo capitolo esse tendono ad essere più rasserenanti, ma solo perché i luoghi solari e tranquilli sono molto più presenti che non negli altri due. Proporrei, a tal merito, due link: La Valle degli Avalar ed il combattimento contro il Golem, entrambe de L'Alba del Drago. Questo non perché gli altri due capitoli non abbiano musiche proponibili, metto solo a confronto la diversità e l'intensità che emergono nel repertorio musicale della saga e, prendendo musiche da uno stesso capitolo, questa differenza può solo essere sottolineata.







Personalmente ritengo questa una buona saga. Se si entra nell'ottica del cambiamento, senza fossilizzarsi su pensieri tipo "No, Spyro è così e cosà, hanno cambiato tutto e adesso fa schifo", definendo 'schifoso' ciò che è diverso, allora è possibile apprezzare ciò che Sierra ha deciso di offrire. Non è una saga imperdibile, probabilmente solo il terzo capitolo è davvero una piccola perla, spesso le nuove scelte hanno reso un po' ridondante il gioco, soprattutto l'eccessiva moltitudine di nemici: in alcuni tratti il gioco si struttura in -> intermezzo -> nemici a raffica -> intermezzo -> varcare una porta -> intermezzo -> nemici -> intermezzo -> ecc. L'OST poi trova ampio spazio fra i miei trastullamenti, adorando il genere.
Preferirei chiarire adesso, senza rimarcarlo fra le votazioni, se la reputo una saga must oppure no, perché sarebbe troppo limitativo rispondere sì o no. Ecco, nel complesso no, non è così valida da ritenerla obbligatoria nella collezione di un videogiocatore, soprattutto il secondo capitolo, quasi trascurabile nel suo complesso; come già citato, il più bello è sicuramente il terzo e probabilmente questo potrebbe meritarsi l'appellativo di 'must', tuttavia andrebbe giocato almeno dopo aver terminato ANB, per avere chiara un po' la trama, i personaggi, il gameplay e quant'altro. Quindi se dichiarassi 'must' AdD dovrei quasi sentirmi obbligato a giudicare tale anche ANB, ma con tutta sincerità non me la sento. Per quanto sia stato piacevole giocarlo, non è nulla di più che proprio "un gioco carino". Detto questo non saprei, diciamo che, in ordine, la saga è un "dipende / no / forse sì"?

Trama:8 / 7,5 / 8
Gameplay: 6,5 / 7 / 8
Difficoltà: 7 / 8 / 7,5
Musiche: 8,5 / 8 / 8,5
Esplorazione: 5 / 5,5 / 9
Personaggi: 7 / 7 / 7
Ambientazioni: 6,5 / 6,5 / 9,5
100%: - / 5 / 7
Voto personale: 7 / 7 / 8,5

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