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giovedì 5 luglio 2012

Spyro 2: Gateway to Glimmer






Se con il primo capitolo erano state buttate le basi di un gioco potenzialmente, nel suo piccolo, superbo, ecco che il sequel non tradisce le aspettative. Uscito appena un anno dopo il predecessore, si prende i meriti di andare a limare ciò che in Spyro the Dragon era apparso solo come una bozza, in quasi tutti gli ambiti.
La trama appare molto più definita, benché ancora una volta non rappresenti il punto di forza del gioco; nel regno di Avalar approda per sbaglio lo spocchioso Ripto il quale, spalleggiato da due adepti dal poco cervello, apprezza la bellezza della zona fino a desiderare di impadronirsene per regnarvi. Lasciandosi scappare che detesta i draghi, il fauno Elora, lo svampito ghepardo Hunter ed il distratto Professore - una vecchia talpa - decidono di utilizzare un portale per richiamare un drago che li possa aiutare. In realtà, Spyro desiderava approdare alle Spiagge del Drago per prendere un po' di sole, ma sarà costretto a rimandare finché non avrà arrostito il presuntuoso Ripto.
L'esperienza di gioco ha poco da invidiare al predecessore: se prima poteva apparire tutto sommato varia ma tendenzialmente piatta, ecco che ora a dare manforte arrivano diversi escamotage per arricchirla. Vengono tirati in ballo, per esempio, nuovi poteri, come nuotare sott'acqua o salire su per scale a pioli, od alcuni temporanei come sputare fiamme a lungo raggio più potenti, volare o l'invulnerabilità; per non parlare poi della possibilità di sparare con piccoli cannoni, pattinare sul ghiaccio o sputare piccoli missili.
Fra le novità vi è anche l'inserimento di personaggi eterogenei e simpatici, che marcano ancora più a fondo l'esperienza divertente e spensierata che la saga di Spyro vuole offrire ed inoltre tendono ad amalgamarsi bene anche con gli oggetti collezionabili del capitolo: da una parte, le gemme servono a "convincere" l'orso Riccone a sbloccare livelli o passaggi per permettere di proseguire, le sfere, invece, che in questo capitolo sostituiscono i draghi da salvare, racchiudono la magia necessaria ai portali di Avalar per attivarsi, grazie anche al contributo del Professore. Compaiono inoltre, in tutti i livelli, personaggi che occorre aiutare per conquistarne la fiducia ed ottenere in premio talismani o sfere, alcuni dei quali ispirano parecchia simpatia. Memorabile, per esempio, il pastore Piccolo Bo Peep.
Il gioco offre sfide di varia difficoltà, alcune molto semplici, altre che richiedono diversi tentativi per portarle a termine con successo - difficili, per esempio, una missione nei Calanchi di Skelos ed una nelle Fattorie -; tendenzialmente si è di fronte ad un gioco più semplice rispetto al precedente, il che comunque non inclina al disdegno. L'esplorazione è forse la cosa che maggiormente è calata, rispetto al predecessore: i livelli sono senz'altro più ampi, ma si è un po' persa quella magia che dilagava nello scoprire zone segrete, le quali qui diventano molto meno numerose e molto più facilmente raggiungibili.
Le ambientazioni sono ancora più stravaganti ed eterogenee del capitolo precedente, forse non altrettanto colorate e piacevolmente semplici, ma senza dubbio ancora più fruibili, dettagliate e diverse. I Boss di fine mondo si sono ridotti - conseguentemente alla riduzione dei mondi stessi, prima sei ed ora la metà - ma diventano decisamente più impegnativi.
La conquista del 100% è impegnativa tanto quanto nel predecessore, con la differenza che esistono dei minigiochi nel post-storia che permettono di sbloccare alcuni contenuti speciali nel Teatro, per non parlare di alcune missioni segrete che solitamente si scoprono per caso: compiendo determinate azioni, infatti, si riceve inaspettatamente in premio una vita, e la missione viene segnata nella guida; per esempio sconfiggere i Boss senza farsi colpire, distruggere determinati oggetti casualmente ricorrenti in un determinato livello (tipo i cactus nei Calanchi di Skelos). Insomma, questo sequel guadagna punti anche in longevità.
Le musiche ancora una volta non sono eccelse, sempre piacevoli sottofondi e nulla di più, anche se tendenzialmente di qualità migliore rispetto al precedente capitolo; vale però la pena di citare la riuscitissima traccia del livello Colossus, per esempio.
Il gameplay ho voluto lasciarlo per ultimo perché merita un commento quasi a parte: sebbene sia sostanzialmente lo stesso di prima, solo più scorrevole ed ampliato, esiste la possibilità di effettuare un doppio salto "non canonico" che spesso permette di raggiungere luoghi che non sono stati concepiti per essere percorsi, in quanto disegnati esclusivamente per scopi estetici. Spesso questo "doppio salto" permette di velocizzare il percorso attraverso i livelli anche sfruttando delle glitch, una delle più famose è la possibilità di "nuotare per aria". Insomma, direi che questo trucchetto sfruttabile con l'esperienza e la voglia di provare a saltellare ovunque, anche se non voluto dai fautori del capitolo, aumenta sensibilmente quel piacere della scoperta che altrimenti, come già citato, sarebbe calato in maniera sensibile. A questo proposito propongo, in fondo, un video con alcune delle scorciatoie (o dei cazzeggi) che è possibile sfruttare con questo "doppio salto non canonico".
Personalmente ritengo che questo gioco rientri fra le mie preferenze assolute, superando addirittura il primo, anche se di poco. Per anni è stato il mio gioco preferito, poi intaccato da altri capolavori con cui il confronto è, dal punto di vista oggettivo, sempre molto, molto arduo. Ancora più vario, a tratti ancora più divertente, forse non altrettanto brillante ma complessivamente migliore.

Trama:7,5
Gameplay: 8,5
Difficoltà: 7
Musiche: 7
Esplorazione: 7,5
Personaggi: 8
Ambientazioni: 8,5
100%: 9,5
Voto personale: 9,5
Must: sì


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